Dall’istruzione all’apprendimento continuo: la sfida del futuro

Il progressivo sviluppo tecnologico derivante dalla trasformazione digitale sta incidendo profondamente sulla formazione e sull’occupazione lavorativa, ponendo in essere una sfida mai sperimentata prima, che va affrontata mantenendo la persona al centro.

I progressi della bioingegneria e delle neuroscienze hanno prodotto una crescita esponenziale dell’intelligenza artificiale e del suo utilizzo non solo in lavori tipicamente manuali, come quelli nelle fabbriche, ma anche nelle professioni della conoscenza e nei processi decisionali. Il rischio è quello di veder scomparire diverse attività lavorative! La sfida, dunque, è quella di creare una intelligenza umana aumentata, accrescendo conoscenze, capacità e competenze non inferiori a quelle fornite dalla tecnologia: il contenuto e il significato del lavoro deve tradursi progressivamente per tutti in competenze professionali specifiche per qualunque livello di attività, sotto la spinta delle tecnologie, ma sotto la chiara guida della capacità e consapevolezza personale di ciascuno.

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Lo sviluppo delle skills

Negli ultimi anni non si dedica sufficiente attenzione all’influenza della tecnologia nel concetto tradizionale di lavoro. Il suo utilizzo richiede sempre più competenze qualificate, le cosiddette skillsMa in che modo queste qualifiche possono essere acquisite? Innanzitutto, bisognerebbe attuare una trasformazione dei percorsi formativi di base (scuole e università), troppo orientati all’istruzione e non alla formazione. Occorre passare ad un nuovo livello, ovvero quello dell’apprendimento continuo, che richiede un forte impegno formativo da parte di imprese e istituzioni.

Il gap, però, è che sono, in primis, proprio le imprese e le organizzazioni pubbliche e private a non investire su attività di reskiling continuo dei propri dipendenti. Si tende ad investire sull’acquisto e sull’utilizzo di nuovi macchinari ma non si opera abbastanza sul rinnovamento formativo delle persone.

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Le competenze dinamiche

Qualsiasi attività lavorativa può e deve arricchirsi continuamente di competenze digitali trasversali e di competenze gestionali, tali da professionalizzare e rendere ciascun gestore autonomo del proprio cambiamento. Il che comporta un aggiornamento dinamico e interdisciplinare, caratterizzato da un nuovo atteggiamento mentale e culturale.

L’apprendimento continuo delle nuove competenze si realizza attraverso la contaminazione culturale interdisciplinare di ciascuna persona attraverso istituzioni formative adeguate a questo scopo, con laboratori di ricerca e innovation hub, con una imprenditoria startup minded in contesti di scambio a livello territoriale con istituzioni pubbliche in grado di creare una learning society, ovvero comunità di apprendimento aperte a tutti. Consapevolezza, discernimento, conoscenza, abilità, curiosità e passione sono le parole chiave della learning community.

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Dalla machine learning allo human learning

L’intelligenza artificiale ha aperto la strada dell’apprendimento continuo da parte delle macchine connesse. Il machine learning sviluppato da algoritmi dell’intelligenza artificiale consente a macchine (come i robot) di apprendere in real time in modo continuo e con la capacità di contestualizzare e aggiornare il proprio stock di conoscenze, scambiandolo con altre macchine e accrescendone la disponibilità.

Al contrario, i processi di insegnamento tradizionali cercano di accumulare nella testa degli studenti nozioni con verifiche limitate, senza connessioni né riferimenti con la realtà vissuta quotidianamente.

Sarebbe, quindi, utile che scuole e università potessero gestire le straordinarie potenzialità di corsi on line, l’e-learning e i webinar in modo strutturato e finalizzato allo sviluppo di competenze in relazione alle effettive esigenze di reskilling e upskiling. Può essere forse utile cogliere dal modello machine learning indicazioni per lo human learning.

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I cicli della vita

Teoricamente, possiamo suddividere la nostra vita in tre momenti: il ciclo dell’education per un primo periodo di vita, seguito dal ciclo del lavoro e, al termine, il ciclo del retirement pensionistico.

Le trasformazioni in atto impongono, da un lato, l’esigenza di apprendimento continuo contestuale di conoscenze e competenze durante tutta la vita attiva e dall’altro modelli di lavoro-attività in continuo cambiamento, in forme strutturate o destrutturate di lavoro dipendente e di attività autonome.

E’ molto probabile che in futuro si debba passare dalla tripartizione storica dei cicli di vita a percorsi di apprendimento continuo e permanente di competenze integrate alle attività lavorative, in forme remunerate o volontarie e con un’adeguata organizzazione del tempo libero per intrattenimento, sport, cultura e impegno sociale per la comunità. È una sfida difficile e complessa, ma è con ogni probabilità l’unica strada possibile, e auspicabile, davanti a noi.

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